venerdì 22 agosto 2008

Ritratto di città - Londra - This is London - part 4


Scarpe
Shoes

SpecchioMirror
Covert Garden
Modelle
Models
GambeLegs
Insegne in Piccadilly Circus
Banners in Piccadilly Circus
marx il barbiere

marx barbershop

Nota - La rivoluzione non russa ma si adegua ai tempi. E il buon vecchio Carl apre una barberia. Anche se la rivoluzione non è un pranzo di gala andare in giro in ordine non guasta. Comunque i suoi tagli sono, come dire, rivoluzionari. E poi solo £5 pounds.
Capelli rossi/ negozio rosso
red hair /red shop

Ragazze sedute in Portobello - Road Girls sitting in Portobello Road
capelli rossi/ tessuto viola
red hair/ violet dress
ScioppìngCittà mercantile, commerciale e globalizzata all'estremo Londra è la vostra città se volete fare shopping. Vi potete trovare praticamente tutto. La cosa più interessante e divertente da fare allora è andare in giro per i templi del consumismo mondiale con qualcuno che ne capisce. Ovvero con il vostro/vostra personal shopper; che non è la busta che vi danno al supermarket qui da noi, ma uno/una che vi assiste e consiglia negli acquisti. Uno/una che ne capisce insomma. Si tratta di una delle esperienze più divertenti in assoluto che si possano fare. E, bisogna aggiungere, si capiscono tante cose. Vi elenco quelle che ho capito io nella mia permanenza londinese: 1) Il mercato è democratico. Infatti indipendentemente dalle solite menate su razza, lingua, religione, colore e ammontare del conto in banca gli uomini di tutto il mondo si rompono i cabassissi alla stessa maniera mentre le loro donne svolazzano tra gli espositori esibendo competenze da broker di borsa. In particolare segnalo lo spettacolo di uno sbuffante signore arabo da Harrods mentre la moglie, integralmente e canonicamente velata, continuava a scegliere e a tastare roba che potrebbe essere una buona base di partenza per l'avvio di un negoziato di pace tra arabi e israeliani; 2) L'avvenenza delle commesse/commessi varia a seconda del livello del negozio e del reparto in cui vi trovate. I reparti profumeria, per inciso, meritano più di quelli delle porcellane, e i commessi/commesse schierate a vostra disposizione rappresentano una sorta di esposizione di ben altra merce. Una sorta di catalogo della gnoccheria, insomma; 3) Nelle gioiellerie non bisogna mai chiedere il prezzo del diamante che state vedendo o che vi interessa. Ciò va fatto solo dopo averlo esaminato e un pò snobbato. Altrimenti e misteriosamente tutti saranno impegnati a fare altro e vi faranno capire elegantemente che non siete i benvenuti. Comunque peggio per loro e in particolare maledetto Cartier non avrai i miei euro!!!; 4) Esiste una sorta di apartheid della clientela che varia e si divide a seconda del negozio, della zona dove questo è ubicato e del reparto in cui ci si trova. Non troverete mai un arabo dal ristorante giapponese ad esempio. Comunque il consiglio è girateli tutti fregandovene allegramente delle convenzioni. Siate una eccezione non maggioranza.; 5) Al cattivo gusto non c'è mai fine. Ho visto cose nel reparto porcellane di Harrods che urlavano vendetta; ho visto, in un altro grande magazzino, abiti cosi pacchiani e costosi da essere quasi belli nella loro orripilante opulenza e, sopratutto, ho visto la fila da Gucci per comprare le borsette, quelle stesse che si trovano in ogni mercatino ambulante, magari puire originali, del mondo a soli € 5,00; 6) La naturale superiorità delle donne esiste. Fare shopping con una donna equivale, per un uomo, a fare un corso accellerato di economia mondiale e di alta finanza. La naturale superiorità delle donne in questi casi si esalta e viene fuori la loro capacità di effettuare, a mente!!!!, complicatissimi calcoli attuariali che tengono conto del prezzo delle materie prime, di trasporto, qualità del taglio e delle cuciture, del luogo di realizzazione, dell'eleganza dell'esposizione, della gentilezza della commessa, della pulizia del bagno dell'esercizio commerciale per decidere se acquistare un vestito o meno lo dimostra senza ombra di dubbio. Se passiamo poi all'attività di comparazione dei prezzi e della qualità dei prodotti di più brand commerciali al solo fine di decidere dove andare ad acquistare un paio di scarpe superiamo, e di molto, la competenza di un broiker che opera sul mercato dei futures alla borsa di Chicago con oltre trenta anni di esperienza. Proposta per i rettori delle Università di tutto il mondo: i corsi di economia globalizzata fateli sul campo seguendo una donna che fa acquisti. Si capisce molto, ma molto meglio come vanne le cose; 7) Nei templi del consumismo si vive in un altro tempo, un tempo diverso da quello reale. Avete mai visto un orologio che non fosse in vendita in uno di questi cosi? Meditate gente, meditate. 8) Tutto ovunque lo si venda e indipendentemente dal prezzo, nel novanta per cento dei casi sarà stato fabbricato in Cina. Provare per credere! Giuro!. 9) Gli uomini servono alle donne solo per confermare scelte già fatte. Siamo dei notai insomma. Qual'è, infatti, il ruolo di un uomo che accompagna una donna a fare shopping? Quello di esprimere un giudizio, ovviamente solo su richiesta della propria compagna, su una scelta che lei ha già fatto in ordine all'acquisto da effettuare. La questione è scivolosa in quanto più che domanda semplice trattasi di un subdolo test al quale veniamo sottoposti per verificare nell'ordine: a) se siamo svegli, b) se sappiamo dove siamo e, sopratutto c) se conosciamo i loro gusti. Sbagliare la risposta può generare crisi di coppia irrecuperabili. Un inferno.
La banda del gelato
Ice cream gang

Polli
CHEEESE!
Coffe?
Coffe2?
Nota - Le foto del coffe dimostrano quanto diversa sia la la concezione di caffè tra i popoli mediterranei e gli anglossassoni. Nella foto delle due tazze quella a sinistra è il mio espresso ristretto - equivalente ad un nostro cappuccino - quella a destra è il caffe medium che ha preso la Suzie - equivalemente a circa mezzo litro di acqua colorata. L'espressione della Suzie nella seconda foto è indicativa di quello che sta pensando della questione.
Prosit
segnaposto
Fuuud (o Lost in the supermarket) Domanda: "Cosa mangiano gli inglesi?" Risposta: "Cazzo ne so!". L'elegante risposta alla vostra domanda non è casuale o dettata da una ignoranza dei costumi. In una città dove passa il mondo è, infatti, possibile spaziare tra le tradizioni gastronomiche di tutte le nazioni della Terra. Ristoranti mongoli, coreani, afgani, italiani e pseudoitaliani (Costa, Nero), spagnoli, francesi, cinesi, giapponesi, indiani, catene internazionali (McDonald, Starbuks) e chi più ne ha più ne metta, sono ad ogni angolo di strada. Mangiare un fish and chips, il tradizionale bastoncino gigante findus corredato di patatine che rappresenta il piatto nazionale inglese, può diventare un problema in questa Babele gastronomica. Inoltre gli inglesi mangiano in maniera nomade. Londra è una città frenetica, pulsante nella quale nessuno vuol perdere tempo e mentre fa una cosa ne sta pensando altre tre. Per cui per strada si vedono uomini e donne sfrecciare impugnando beveroni di simil caffe, in metro si incontrano signore eleganti che tirano fuori dalla borsetta la vaschetta della pasta e la mangiano tra una stazione e l'altra. Illuminante a tal proposito è visitare un supermarket. Il trionfo del precotto e del pret a mager, l'apoteosi della salsa, l'epifania del sandwich, la rivelazione del sashimi. Comunque sappiate che dopo le sei è possibile comprare tutto quello che scade in giornata a prezzo iperscontato da qualsiasi supermercato. Costa tutto la metà se non di meno. Alla Japan House addirittura il signore nippo che dirige questo meraviglioso negozio giapponese incidentalmente ubicato a Londra fa una specie di asta del sushi rimasto sui banchi a fine giornata. Sei nigiri rolls a o.50 pence son riuscito ad accaparrarmi lottando come un vero samurai. BANZAI!!!!
Songs for this post: the clash - lost in the supermarket - http://www.theclashonline.com/; pet shop boys - opportunities (let's make lots of money); rolling stones - (i can't get no) satisfaction; kate bush - babooska; u2 -until the end of the world; pink ployd - money
books for this post:naomi klein - no logo; riccardo staglianò - l'impero dei falsi; adam smith - la ricchezza delle nazioni+ tutte le ricette che vi ricordate

1 commento:

arzach ha detto...

Ma cosa pensi mai... non voglio mica finire in sedia a rotelle, o weelchair , e tu sai di cosa parlo.
Una volta che sono straordinariamente e pubblicamente sincero ammettendo la debolezza di noi uomini....

Sullo scipping non hai ancora visto niente . Credo che tu abbia creato un mostro. :-)
Un bel mostro... e diciamolo và

E piantala con sta storia degli arabi.

Mi hai quasi costretto ads una conversione forzata tra gucci e Tiffany.

A quel maleducato di Cartier che non ci ha riconosciuti non daremo un euro. Cosi impara. Tiè

Ps sto studiando gemmologia