venerdì 3 ottobre 2008

Lo vuoi un caffè? #003 - Clientes


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Lo guardo cercando mentalmente di abbozzare una risposta che abbia un senso logico.
Lui mi è seduto difronte.
Siamo nel mio studio, fuori c'è un caldo infernale.
Mi fissa con grazia bovina.
Capelli ricci neri, viso lungo e smunto, barba di almeno due giorni.
Una faccia come direbbe qualcuno "pasoliniana".
Silenzio.
Accenno un sorriso, lui ricambia.
Mi ha appena chiesto perchè deve restituire alla banca, che li chiede con insistenza, i 150.000 euro che a suo tempo ha avuto per il mutuo.
Vorrei tanto non essere qui.

Ore sette del mattino.
Sono sotto lo studio che aspetto che il cliente passi a prendermi per andare in udienza a Taranto.
Il cliente non è ancora arrivato malgrado le raccomandazioni dell'altra sera sulla puntualità.
E' novembre e fa freddo.
Accosta una macchina. Dal finestrino si sporge una donna.
"E' lei l'avvocato?" - mi chiede.
"Si" rispondo io, un pò sopreso.
"Sono la moglie di M. volevo dirle che mio marito oggi non può venire in udienza perchè stanotte ha lavorato ed è tornato molto tardi. E' stanco e sta riposando".
"Signora mi ero raccomandato. Vabbe vedrò di chiedere un rinvio. Ci sentiamo nel pomeriggio dopo le diciannove"
"Va bene, va bene buona giornata avvocato" e rombando se ne va.
Suo marito fa il contrabbandiere di sigarette.

Sta salendo.
Sono due anni che non la vedo questa str....
Controllo nel file nero sul computer quanto deve ancora pagarmi per la sua causa sta disgraziata.
Faccio le prove di faccia feroce prima di riceverla.
Entra nella stanza.
Si accomoda.
"Allora?" - chiedo.
"Sono venuto a pagarla avvocato. Mi deve scusare se non mi sono più fatta sentire.Quanto le devo ancora?"
Ho un groppo in gola.
Sono commosso.

Oggi per M. abbiamo patteggiato con un sostanzioso sconto di pena.
Non andrà in galera.
Mi abbraccia.
"Tu amico mio, tu amico mio" - mi mormora commosso all'orecchio.
Lo allontano. "No M. Non sono tuo amico. Sono solo il tuo avvocato"
Ci rimane male, non se lo aspettava.
Però M. al suo ultimo "amico" per un commento sbagliato sulle virtù della moglie ha inferto tre coltellate al petto con un coltellaccio da cucina.

Ufficio Notifiche di F.. Il cartello affisso sulla porta con tanto di timbro del capo ufficio a sottolinearne l'autenticità recita testualmente: "Quando la porta è chiusa si prega gentilmente di non disturbare bussando". E quando la porta è aperta che faccio per annunciarmi ? Toc Toc con a bocca?

Lui all'amico: "Hai preso il caffé?"
L'amico a lui : "Certo. Non vedi le macchie"

3 commenti:

Anonimo ha detto...

CONVERSAZIONE REALMENTE AVVENUTA OGGI 3 OTTOBRE 2008 ALLE 13.52 TRA ME E MIA MADRE (che ha un cotenzioso in corso con un certo R. di cui io mi starei occupando personalmente e con impegno essendo sensibile all'argomento nonchè regolarmente iscritta all'albo degli avvocati di questo libero foro):

z: mamma, oggi finalente dopo un anno di trattative quel bastardo figlio di puttana di R si è calato per una transazione.

m:una?

z: un accordo. così la piantiamo qui e non faciamo la causa. leggi qui il testo, che ne pensi? va bene per te?

(legge, tipo in 35 minuti 6 pagine, ovvero più della puntata di biutiful)

m: mmmmhhh... non so. bisognerebbe farlo vedere a qualcuno che ci capisca...che ne so...un legale...

z: hai già pensato a qualcuno?

Tratto dalla breve raccolta "Parenti/Clienti". Zelda

arzach ha detto...

ucciderla no?

Anonimo ha detto...

E' questione di sinapsi: le mamme vanno in corto circuito all'idea che i figli possano aver superato i 17 anni, non abbiano più i brufoli, facciano sesso soddisfacente con quasi sconosciutie e siano in grado di mantenersi con un lavoro (capendone, anche...).

Non ti curar di lor.

Passio