martedì 21 ottobre 2008

Lo vuoi un caffè? #011 - Donne e motori (non necessariamente nell'ordine)



"Avvocato una buona giornata" - mi fa il posteggiatore e mi porge un bigliettino.
Lo saluto, mi infilo in macchina e parto.
Uscendo dal parcheggio leggo il cartoncino e sopra c'è scritto, che lo crediate o no: "Tizio posteggiatore abusivo autorizzato"

"Avvocà vuoadatdà audadadà" mi fa il posteggiatore abusivo spiegandomi come fare a raggiungere la mia auto in un mare di lamiere fortunatamente non contorte.
Mentre lo ascolto il suo gramelot mi chiedo come mai il Nobel lo hanno dato a Fo e non a lui

Lei ride alle mie battute e mentre lo fa si copre civettuola la bocca con le mani
Sorrido piacione mentre lei mi riempie di complimenti che farebbero arrossire un santo.
Scuoto la testa divertito ad un suo commento un pò salace.
La guardo fisso negli occhi rapito e penso: "Ma come cazzo è che solo con le ultrasessantacinquenni vado da Dio?"

"Complimenti per il nuovo taglio" - le faccio gioviale entrando in studio
Lei ricambia con un sorriso, un pò forzato noto.
Le donne cazzo le capisce, io ci ho rinunciato da tempo.
Solo quando arrivo nella mia stanza mi ricordo che l'altro giorno A, la mia collega, mi ha detto di essersi bruciata i capelli con la fiamma dell'accendino.

Il giudice T. è stravolto.
Sono quasi le due e dalle nove tratta cause su cause senza interruzione in una stanzetta che ci si ostina a chiamare pomposamente aula di udienza.
E' il turno del collega V. il quale si aggiusta gli occhialini da miope ed esordisce con il consueto:"Sarò breve consigliere...".
T. ha come un sussulto, sbianca. V. è, purtroppo!, noto per la sua logorrea e la sua capacità di infilare citazioni latine e greche in ogni argomento dello scibile umano.
Uno scassacazzi mostruoso, insomma.

"E mò come faccio adesso a prendere la macchina che me l'hai incastrata la in mezzo? " - faccio indicando la mia vettura miseramente bloccata tra le altre duecento nel parcheggio vicino al tribunale.
"Avvocà nun t incaricà mu fazz ie auda udadabad" mi fa il posteggiatore nel suo solito gramelot accompagnando il tutto con ampi gesti rassicuranti.
Poi si gira, fissa un attimo il mare di vetture e ci si tuffa in mezzo.
Una furia. Entra ed esce da una e dall'altra, sposta mette in moto, spegne, parte, manovra.
In meno di tre minuti mi consegna l'auto sorridente.
Ha ragione C..
Questo è il campione mondiale di cubo di rubik in incognito.

L'avvocato P. è un tipo che a me piace molto.
Magrolino, con un gran nasone, gentilissimo, mai una parola di troppo, paziente, parla sempre con una voce bassa....
Quando passa lei - giubbino aderente e pantaloni elasticizzati sui consueti tacchi da maliarda - gli si avvicina e inchinandosi gli scodella davanti una spettacolare visione di pelle di ottima qualità la voce di P. sale di due ottave e va in falsetto nel risponderle.
Vecchio gagà.

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"Qui? in questo bar?" risponde l'altra

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