giovedì 2 ottobre 2008

Lo vuoi un caffè? #002 - Colleghi dimenticati li ho già....



La collega che rappresenta l'assicurazione, l'ultimo bottone strategicamente slacciato su due tette da copertina che esplodono dalla camicetta bianca due taglie più piccola, discute con foga della causa - un banale incidente d'auto.
Il Giudice di Pace, un vecchio rincoglionito ultrasessantenne, sbava visibilmente mentre lei si arrampica sugli specchi del concorso di colpa.
Lo sguardo, solitamente vacuo del Giudice, vaga beato e vispo tra le morbide rotondità della collega generosamente esposte.
Tutta l'aula ha capito che di quello che lei dice non può fregargliene di meno.
Tocca a me parlare e come posso perdere l'occasione di iniziare il mio intervento dicendo: "Pur non potendo esibire gli stessi argomenti della collega se vorrà avere la pazienza di ascoltarmi....".
Il collega accanto a me si accascia al suolo colto da un irrefrenabile attacco di ridarella.

Le abbiamo provate tutte pur di evitare la condanna al nostro cliente - che peraltro la merita tutta.
Il Giudice è perplesso ma pare propenso a non concedere il richiesto patteggiamento.
C. sfodera il suo miglior sorriso ruffiano e al giudice dice serissimo:"Sia buono oggi Giudice. Non ce lo condanni".
E' difficile restare seri in certe situazioni.

Quando passa lei - massì chiamiamola cosi - si china sulla cattedra del Giudice per spiegare non so che.
Il collega in attesa nella calca dell'aula alle sue spalle entra in contatto, come dire "intimo", con il suo fondoschiena.
La sua faccia è quella di uno che invoca il Signore.
"Dammi la forza, o Padre Celeste per resistere alle tentazioni"

La collega mi guarda rapito neanche fossi la reincarnazione barbuta di Pamela Anderson.
Da dieci minuti gli spiego l'oggetto della causa - indennizzo per infezione da emotrasfusione - che ci vede opposti stamattina.
La sua memoria è lunga mezza pagina.
Lei rappresenta la Regione.
Mi dice che ci ha lavorato tutta la notte.
Vorrei fossero tutti come lei.

La stanza è piccola e piena di fumo. 
Il Giudice tiene udienza fumando beato il suo sigaro toscano. 
Alle sue spalle ben visibile il cartello "Vietato Fumare". 
Fuori sul terrazzino nel gelo di novembre alcuni colleghi tabagisti sfidano la sorte per fumare l'amata cicca

"Lo vuoi un caffe? - chiede quello
"Ma si. Tanto è solo il settimo da stamattina" - gli fa l'altro

5 commenti:

Daniele Passerini ha detto...

Ma questi ultimi due post forensi... che sono??? Comunque fantastici! Sceneggiature perfette per la sit-com Avvocati d'Italia... ci hanno già pensato??? :)))

arzach ha detto...

i prodotti tv sui legali sono proprio scadenti lasciatelo dire Daniele e, sopratutto, non hanno un minimo di quell'ironia che serve a sopravvivere quotidianamente in quella realtà parallela che è il codiddetto "pianeta giustizia"
Comunque sulla sceneggiatura ci si può lavorare.
Viva l'avvocato malinconico di "Non avevo capito niente". Ci rappresenta meglio.

arzach ha detto...

p.s. comunqe avvocati d'Italia non va come titolo ti avverto subito

Anonimo ha detto...

O "avvocato a chi?!"

arzach ha detto...

Il mio sogno era fare una serie tv e chiamarla "Avvocati in bicicletta".
Ogni episodio inizia con uno dei protagonisti che si sveglia di botto e scopere di essere in ritardo e corre in tribunale con in sottofondo una colonna sonora azzeccata.
Primo episodio "Avvocati in bicicletta" appunto colonna sonora. "The magnificent seven" - "Ring, ring seven i'm..." - dei Clash dall'albun "Sandinista"