sabato 29 novembre 2008

Lo vuoi un caffè? #017 - Ci vuole un fisico bestiale...



"Caro lei è un mondo difficile ..." - sospira il collega alla mia destra"...e la cosa brutta e che tende a peggiorare" - gli fa eco il collega alla mia sinistra
Sono seduto tra due gatti neri.

"Avvocato P. sempre a smanettare con il cellullare stai..." - apostrofa quello il collega che cerca di prendere la linea
"C'è gente come te che smanetta ben altro caro..." - gli risponde quello senza smettere di digitare

La collega A. arriva sorridente.
Entra nella mia stanza e si siede.
Mi parla del più e del meno per un buon quarto d'ora prima di affrontare l'argomento
Io ascolto, appunto e rassicuro.
La segretaria, invece, arriva con un bigliettino ben ripiegato che mi porge con un sorriso.
Io lo sbircio, annuisco e lei va via contenta.
Il socio manda, invece, il suo praticante che diligentemente mi riferisce.
Il grande capo, subdolo, entra in stanza parlando delle cause che affronteremo magari tra tre anni, prima di far cadere la conversazione sull'argomento e fare le sue richieste.
Ogni volta che c'è udienza ad Altamura nella stanza di chi ci va - ultimamente tocca spesso a me - si svolge questa processione, arrivano i questuanti con le loro richieste.
Ad Altamura, infatti, per chi non lo sapesse, fanno un pane buonissimo...e il forno è sulla stessa strada del Tribunale.

Uno degli aspetti che più odio di questo mestiere è il fatto che essendo un avvocato tutti si sentano autorizzati automaticamente a sottoporti le loro questioni private, in qualunque momento e in qualunque luogo...
Anche dal barbiere...
...che si è agitato per la risposta che gli ho dato mentre faceva la barba.
La mia !

"Lo vuoi un caffe?" - chiede quello
"No grazie ..ne ho presi cosi tanti che piscio caffeina" - risponde quello.

2 commenti:

Daniele Passerini ha detto...

La questua del pane è fantastica!!! :)

Anonimo ha detto...

Una precisazione per chi legge...gli episodi che narro in questi miei post assetati di gisutizia , tutti veri, sono comunque avvenuti in un arco di tempo piuttosto lungo. Alcuni risalgono al periodo in cui ero un semplice pratucante, altri a quando lavoravo in una studio piuttosto grande, altri ancora alla mia attuale quotidianità.
la questua del pane è comunque uno dei ricordi più belli di un periodo in cui lavoravo in città, diciamo cosi.