mercoledì 10 dicembre 2008

Lo vuoi un caffè? #019 - La meccanica delle emozioni


Surprise
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Ai tempi dell'Università avevo una insana e, purtroppo, non ricambiata passione per lei.
All'epoca le ho provate davvero tutte per uscirci insieme sfidando la mia, allora molto marcata timidezza e facendo, spero non molte, figure abbastanza meschine.
Ma nisba...nulla da fare....ho rosicato per anni su sta cosa.
Era bellissima allora e bella è ancora oggi che sono passati tanti anni e che, come mi dice, in questo oscuro corridoio del Tribunale nel quale ci siamo reicontrati, è diventata un avvocato aziendale, lavora fuori regione per una grossa società, è di passaggio da Bari per lavoro, si è sposata e ha avuto due figli.
Due figli?
A guardarla non si direbbe proprio.
Dimostra almeno dieci anni di meno.
Glielo dico
Ride.
Il discorso scivola inevitabilmente come sempre in questi casi sulla mia situazione sentimentale, quando, improvvisamente seria, mi fa: "Sai che hai tempi dell'università ero innamoratissima di te C.? Sai che venivo alle lezioni di diritto X solo per vederti. L. la mia amica, te la ricordi? Non mi ha mai perdonato di non aver accettato i tuoi inviti. Ha sempre fatto il tifo per te. Dopo mi sono pentita un sacco di non averlo fatto mi piacevi davvero tanto. Mi sono sempre chiesta come sarebbe andata tra noi"
La guardo con stampato in faccia credo il sorriso più ebete a disposizione del mio scarno carnet espressivo.
Sono senza fiato.
...e me lo dici cosi....dopo tutti questi anni...
Vorrei dirle qualcosa... ma in mente mi viene solo una parola...
Stronza!

Ho superato l'orale dell'esame di avvocato.
Sono andato subito in studio per informare quelli che oramai sono i miei colleghi a tutti gli effetti.Non ho trovato nessuno.

"Lo vuoi un caffe?" - chiede quello
"Decaffeinato, grazie! " - accetta subitaneamente l'altro

Non la vedevo da dieci anni.
Di parlarci avevamo smesso anche da prima.
Me la sono ritrovata come teste di controparte in una stupida causa condominiale.
Dovrei controinterrogarla, cercare di farla andare in contraddizione...
Ci siamo guardati appena incontrandoci, un sorrisetto accennato sulle labbra entrambi.
Il collega mi guarda interrogativo, la montblanc impugnata a mezz'aria in attesa.
"Non ho domande, per me può bastare..." - dico molto professionale
Quelle che avevo le ho già fatte tanto tempo fa

"Lo vuoi un caffè?" - chiede lui
"Volentieri " - gli sorride lei

"C'è questo tizio che il mio capo mi ha rifilato, pare sia un suo vecchio cliente, per una questione di civile, un recupero crediti... il mio capo fa penale e di civile non ne capisce un cazzo. Queto viene in studio ieri sera, mi spiega la faccenda, parliano insomma...ad un certo punto mi vien eda chiedergli perchè è venuto dall'avvocato dato che, come leggo nel suo fascicolo, conosce metodi più pratici di riscossione... per cosi dire." - racconta T., poi si interrompe fa una pausa e sorseggia il suo caffè prima che si freddi definitivamente.
"E cosa ti ha risposto?"- chiedo incuriosito.
"Tutto in dialetto ...avvocà che vi devo dire? Sim sciut cu n'amic mii ad acchiarl l'ata ser... U so pigghiat a mazzat , a stambat mocc...l'amic mii nja dat n'curp cu a mazz' ma sold non so assut. S' ved' ca nun ten nudd. Iè allor mi so ditt' vabbuò pè sta volt sciam da l'avvucat ca ng fasc na letter a tu strunz nan z' sap me"
"Trad. Avvocato cosa posso dirvi? Sono andato da lui l'altra sera. L'ho picchiato con violenza... il mio amico lo ha colpito ripetutatamente con un bastone ma soldi non se ne sono visti. Si vede che non ne ha proprio. Allora mi sono detto vabbè per questa volta andiamo dall'avvocato che gli fa una lettera a questo stronzo non si sa mai".
Sono contento di non fare penale penso mentre finisco il mio caffè

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"No!" - risponde secco l'altro

"Tu sei C ? Non ti ricordi di me vero? Andavi in classe con F. al liceo "- mi fa la bruna esagitata e sorridente che mi si avvicina in aula.
"Certo che mi ricordo di te. Eri in classe con D. nella IIA se non ricordo male. Che ci fai qui? " - le chiedo davvero sorpreso di incontrarla così lontano, in questa mia trasferta salentina.
"Mi sono sposata, faccio l'ispettore del lavoro, vivo a X sono in attesa di essere trasferita a Bari e, scusami, devo andare a fare la pipì" - mi aggiorna tutto d'un fiato allontandosi saltellante e lasciandomi come una sposa abbandonata sull'altare al centro dell'aula.
Io non sono cosi vero?

3 commenti:

Daniele Passerini ha detto...

Quando descrivi le tue colleghe sei un Vate!

Anonimo ha detto...

Ma il mondo delle tue colleghe è così fantasmagorico?
Hya

arzach ha detto...

a Daniele : troppo buono.
a Hya : non so se sia fantasmagorico il mondo delle mie colleghe nel senso stretto del termine. So che che continuo a raccontare episodi veri capitati a me e ai mie colleghi in un arco di tempo molto lungo per cui riassunti in un post forse possono dare spazio ad una impressione di fantasmagoria.