sabato 21 febbraio 2009

Lo Vuoi un caffè? #027 - Varia umanità

Sleepless
photo by SkyShaper
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simply great!
Mi aggiro per i corridoi affollati cercando il collega T.
Non perchè il collega sia in ritardo; anzi... abbiamo già terminato l'udienza e ci siamo pure cordialmente salutati.
La questione è che gli ho chiesto di utilizzare la sua penna per scrivere il verbale e mi sono dimenticato di restituirgliela.
Vi chiederete il perché di tutto questo affannarmi da parte mia, vero?
Si tratta di una Montblanc originale con pennino d’oro del modico valore di non so quanti mila euro

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Si certo cosi magari al bar troviamo T” – risponde l’altro
E perché lo cerchi?” – chiede quello
Niente, niente …” - glissa l’altro

Il Giudice, la Collega dell’Avvocatura e la Cancelliera siedono l’una accanto all’altra dietro la scrivania.
Hanno tutte l’aria affranta tipica di chi vorrebbe essere altrove e, purtroppo, deve star qua, in quest’aula sovraffollata e surriscaldata a sorbirsi le storie che raccontiamo noi avvocati.
Sono tutte donne
Sono tutte castane.
Sono tutte toste.
Hanno tutte le unghie smaltate dello stesso colore scuro.

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Perché oggi tocca a te?” – gli fa di rimando l’altro

Il collega si agita, il cellulare incollato all’orecchio, infagottato nel suo cappottone di foggia sovietica di colore marrone.
Entra ed esce dall’aula affollata e gesticola, gesticola… sempre più esagitato.
Incurante di tutto spintona e scosta brusco chi gli para davanti.
Il tono della voce diventa sempre più alto, fino a sovrastare il brusio dell’aula, fino a rendere noto a noi tutti cosa pensa del suo interlocutore:"Coglione! Sei un coglione!”

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
No grazie il caffè mi rende nervoso” – risponde l’altro

Cammina piano ondeggiando leggermente come un fuscello sotto la brezza.
Esile, pallida, i capelli bianchi acconciati in una foggia antiquata.
Sotto il braccio la borsa e, a volte, un fascicolo smilzo.
Si aggira nei corridoi del tribunale, ignorata da tutti, parlando delle sue cose con chissà chi.

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
No grazie oggi sono triste” – risponde l’altro

Le tazze del caffè sono davanti a noi sul banco del bar interno del Tribunale.
In silenzio lo sguardo fisso davanti ci fissiamo nello specchio.
Lo dico sempre che prima di abilitarci a questa professione dovrebbero farci un esame psichiatrico” – sentenzia grave M.

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