sabato 14 marzo 2009

Lo vuoi un caffè? #033 - La musica che gira intorno

Claude VonStroke & The Dirty Bird Breackfast
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Al mio capo, quando facevo pratica, piaceva molto Mina.
In macchina la mattina quando si andava in Tribunale, mentre cercavo di spiegare quello che c’era da fare, lui metteva su la sua bella cassetta e la Divina cominciava a cantare e sulle sue note se ne andava anche quel minino di attenzione che ero riuscito a conquistare.

Lui poi in aula improvvisava alla grande.
A., invece,che aveva la tendenza ad imitare il Capo, quando eravamo in studio o quando eravamo in viaggio, metteva su anche lei la musica di Mina, periodo anni sessanta – “Le mille bolle blu”, “Una zebra a pois” per intenderci insomma…
Aveva solo quella raccolta e nemmeno la volontà di comprarne un’altra.
Sono giunto ad odiarla Mina in alcuni momenti.

T. era la segretaria in quel periodo.
Giovanissima, truccatissima, tutto un caracollare in giro sui suoi altissimi tacchi.
Take That e Nirvana, Kurt Kobain a manetta quando il capo era fuori e non c’erano clienti in sala d’aspetto.
C. sconfortato cercò di “civilizzarla” e di “iniziarla” alla musica seria come diceva lui.
Ci provò utilizzando la sua amatissima musica brasiliana: Chico Buarque De Hollanda, Joao Gilberto e vari altri senza riuscire a smuoverla di un centimetro dal fenomeno delle boy band e dal grunge.
Quando andò via la sostituì N. che, purtroppo, aveva una passione per Nek.
C. ancora più sconfortato e deciso a vincere la sua sfida cambiò tattica saturando l’ambiente con un fuoco di sbarramento musicale degno della Grande Guerra.
Le note de “La ragazza di Ipanema” stanziavano stabili nell’aria dello studio a coprire quelle di “Laura non c’è” del biondino.

Malgrado le mie preferenze andassero alla sensuale carioca e la mia piena comprensione ai motivi evidenti che avevano portato all’assenza di Laura i miei tentativi di inserirmi nella contesa con le mie cassettine rock e di worldmusic venivano puntualmente frustrati.
La mia musica era “vecchia” secondo N. che, comunque, malgrado le sue discutili preferenze musicali era molto simpatica e tutti noi la coprimmo quando si finse malata per andare al concerto dell’irsuto suo idolo.
Il rock, invece, era “antico” secondo la collega A. che, frequentava di tanto in tanto lo studio avendo svolto anche lei la pratica con il gran capo, e che però nel suo studio ascoltava solo Biagio Antonacci che era anche un “bonazzo tremendo”.
Ricordavo questi episodi oggi in studio riflettendo su come è cambiato il modo di ascoltare la musica mentre mi rigiro tra le mani l’Ipod e mi commuovo quasi a pensare ai miei vecchi, neri e gracchianti lp.

Lo vuoi un caffè?”- chiede quello
“….” – non risponde l’altro
Oh …e togliti sti auricolari dalle orecchie” – gli fa quello

Può capitare che durante una trasferta magari con il mio amico F., che dalla radio venga fuori una musica orecchiabile, allegra che parla di radio e di televisione, e che uno dei due cominci a cantare senza rendersene conto, che l’altro lo segua a ruota e che dopo due minuti si stia entrambi cantando a squarciagola “Video killed the radio star” inventando le parole perchè non sappiamo, facendo la doppia voce in falsetto, allegri, felici come due bambini…

Lo vuoi un caffè?” - chiede quello
Yes!” – risponde britannico l’altro

Salto da una stazione all’altra, curiosamente la musica è sempre la stessa.
Fred Buongusto, “Una rotonda sul mare
Sarà mica morto? Sarà mica un tributo?

Lo vuoi un caffè?” – chiede quella
“I wanna be your dog!” – le risponde mellifluo l’altro

Incravattato e con le scarpe strette che mi fanno un male cane, appena uscito dallo studio, sono sotto il palco dei CSI a cantare le canzoni di “Tabula Rasa Elettrificata”.
Per molti pseudo-alternativi presenti sono io il vero spettacolo.
Dilettanti...
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