sabato 22 agosto 2009

Ritratto di città - New York - Food, Flags and nails boutique ( *air conditionated is included)



Foto 1 _ Cimitero - Chiesa di Saint Paul - Ground Zero
Foto 2 _ Bandiera olografica - Ellis Island Immigration Museum
Foto 3 _ Ernest Klein & Company Supermarket - 1366 6Th Avenue
Foto 4 _ God Bless You - Little Italy
Foto 5 _ Ammainabandiera - Wall Street
Foto 6 _Bandiere - Rockfeller Building
Foto 7 _Old Flag- SoHo
Foto 8 _Paper cup for coffe - Shoream Hotel 55 West
Foto 9_ Sauces - Ernest Klein & Company Supermarket - 1366 6Th Avenue
Foto 10 _Six Pac beers - Ernest Klein & Company Supermarket - 1366 6Th Avenue
Foto 11 _Cheese Champagne - Ernest Klein & Company Supermarket - 1366 6Th Avenue
Foto 12_ Cheese Strawberry -Ernest Klein & Company Supermarket - 1366 6Th Avenue
Foto 13_ Texas Toast - Astros - 6ht Avenue - Zelda Photo

Le tre cose che più colpiscono chi gira per la città sono le bandiere, il cibo e le nails boutique. L'aria condizionata - ovunque sparata a meno trenta gradi - è inclusa nel prezzo.
Le bandiere sono ovunque, di ogni tipo, dimensione, materiale.

Da quella enorme esposta sulla facciata del palazzo della Borsa a Wall Street a quella minuscola sul casco di un operaio a Ground Zero.

Ma se ne vedono anche sui finestrini degli autobus e delle auto nella versione adesivo e sulle antenne della radio, in miniatura, appese alle gru, che si riflettono nei vetri a specchio degli edifici.

Non esistendo americani veri e propri, tutti qui hanno una origine, una razza che prevale e/o si accompagna alla nazionalità, tranne credo quei disgraziati di pellerossa, tutti hanno bisogno di identificarsi in qualcosa, la bandiera, per dimostrare di essere americani. Le stelle e le strisce tengono insieme sto paese.

Ma più che la bandiera il vero simbolo dell'America dovrebbe essere, secondo, me la paper cup, il bicchierone di carta con tappo adatto ad ogni sorta di beverone.
Lo hanno capito benissimo quei geniacci del merchandaising del MoMa - http://www.momastore.org/ - che la vendono nel loro store come oggetto di design alla modica cifra di $30 dollari in versione ceramica e con la scritta "this is not a paper cup".

Il bicchierone è ovunque. La mattina di un qualsiasi giorno lavorativo osservando la transumanza umana di uomini di affari in grisaglia, segretarie affannate, commesse tirate a lucido, operai con casco metallico, ecc. ecc. che si reca al lavoro almeno la metà di loro, potete starne certi, ne impugna una insieme al saccetto di carta con dentro la colazione.

Se la Statua della Libertà impugnasse una paper cup invece della torcia qui ne sono convinto non si stupirebbe nessuno.

Il rapporto degli americani con il cibo ha un che di patologico. Da un lato è come se avessero paura di morire di fame da un momento all'altro - e quindi ogni dieci metri c'è un posto dove mangiare - dall'altro invece sono attentissimi a quello che mangiano - e quindi c'è una democratica attenzione alle esigenze di tutti.

Tutti i bar, le tavole calde, i ristoranti ad esempio espongono, spesso anche nei menù, il numero delle calorie di ciascuna pietanza."Hamurgher 1/4 di libbra di carne tot calorie, beverone alla fragola tot calorie ..." cosi uno si regola.
Ogni esigenza alimentare è tenuta in considerazione. Sei islamico? anche il baracchino più fetente sfamerà con cibo alal; New York è la città ebraica più grande del mondo? nessun problema il cibo khoser non mancherà mai; sei un vegetariano? hummus food ovunque; vuoi un integratore salino o un energizzante basterà entrare in un market qualunque e scegliere tra i coloratissimi bottiglioni sugli scaffali; Sei un salutista? yoghurt low fat a manetta. Se poi uno vuol mangiare con più tranquillità, il che significa cenare che il pranzo non esiste, non ha che l'imbarazzo della scelta tra tutte le cucine del mondo.

Solo nella strada dell'hotel c'erano due ristoranti giapponesi, un cinese, due italiani, un pub irlandese, un energy bar e all'angolo giusto per non farsi mancare nulla anche il banchetto degli hot dog.
Vi sono accanto a questo sfoggio di attenzione di democarzia anche le aberrazioni. L'acqua aromatizzata alle essenze più varie; il formaggio stagionato alle fragole, il cappuccino in lattina - giuro esiste!, la bottiglia della Sprite monoporzione da oltre mezzo litro e sopratutto c'è lui, il Texas Toast.

Dicesi Texas Toast un toast fatto con due fette di pane alte tre dita, imbottito di prosciutto e uova strapazzate accompagnato da una chilata di patate al forno e condito con una leggera salsetta all'aglio.

Mangiarlo la mattina a colazione da "Astros" sulla 6Th Avenue è una prova di coraggio. Solo dopo digerito puoi considerarti un vero yankee!

Infine anche se non non so quanto collegata alle altre due cose in giro per New York ci sono le boutique nails o nails spa. Sono dei posti nei quali i newyorkesi, uomini e donne, ed anche molti turisti vanno per farsi curare le unghie delle mani o a farsele dipingere nelle maniere più folli. Dalle vetrine al ground floor che si affacciano sulla strada si possono vedere anche decine di ragazze, quasi tutte orientali, che limano, tagliano, dipingono, arrotondano le mani di altrettanti clienti. Non so da cosa dipenda questa abitudine o mania certo è che in giro si vedono dei piccoli capolavori di quella che si può tranquillamente definire "nails art". Le unghie dipinte della bigliettaia per Liberty Island a Battery Park a mio parere potevano competere con la Cappella Sistina di Michelangelo senza alcun timore di sfigurare.


Eat this post: Five Guys - http://www.fiveguys.com/; Menchankotei - http://www.menchankotei.com/; Balthazar Restaurant - http://www.balthazarny.com/; Astros - http://www.astrosrestaurant.com/; Charm Tai - http://www.charmthainyc.com/

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