sabato 22 agosto 2009

Ritratto di città - New York - Life in a motion picture


Foto 1 - Grattacieli, Saint Patrick Church e bandiere sulla Fifth Avenue
Foto 2 - Miss America - color version - 52ht Street East

Qual è stata la prima sensazione che hai provato arrivando a New York?“ - mi hanno chiesto al mio ritorno.
Quella di esserci già stato prima di arrivarci” – ho risposto.
Facce perplesse di chi ancora non ci è andato, facce sorridenti di chi invece ha fatto l’esperienza e sa di cosa parlo.
Andare a New York è come arrivare dentro un concentrato di tutti i film che hai visto in vita tua. Già sulla strada tra l’International Liberty Airport di Newark e New York è come viaggiare nella sigla dei “Sopranos”; l’Empire State Building non puoi non associarlo a “King Kong” in tutte le sue versioni, quella del 1930 è la più bella - quella del 1979 era ambientata al World Trade Center; vai da Tiffany sulla Fifth Avenue e sei in “Colazione da Tiffany”- peccato non ci sia Audrey, prendi il taxi ed è “Taxi Driver” con Robert De Niro, quando era magro e speri che il tassista non sia altrettanto psicopatico come il protagonista del film; Manhattaan è Woody Allen ovunque o quasi, “La rosa purpurea del Cairo” è ambientata, se non ricordo male, al Radio Music Hall sulla sesta, il Central Park è “I guerrieri della notte” – fanno il sequel a breve a proposito- la scalinata sulla Quinta della Public Library – in restauro - è “1997 Fuga da New York” - “Chiamami Iena…” con un grandissimo Kurt Russel, cammini tra i grattacieli e pensi che da un attimo all’altro spunti fuori “Godzilla” come nel film omonimo, oppure che uno dei bombardieri di “A prova di errore” con Henry Fonda sganci la Bomba e poi in Times Square pensi a Liza Minnelli che quando non è ‘mbrica canta in “New York New York”, al Magnolia, invece, mi dicono si riunivano le sgallettate di “Sex and the city”, il ponte stradale di Brooklin è di Al Pacino in “Serpico” che canta stonatissimo un aria d’opera mentre lo attraversa.
Insomma appena arrivati a New York sembra di vivere in una videoteca e pensi che invece di farti dieci ore di aereo potevi affittare una cassetta.
Sulle prime subentra insieme alla stanchezza del viaggio un pò di delusione compensata solo dalla grandezza di quello che ti sta intorno che non percepisci immediatamente, ma lentamente nel corso dei giorni quandi il tuoi sguardo pian piano si abitua ad acceattare quello che vede.
Poi però esci dal tuo alberghetto sulla 55 West e vedi una sagoma famigliare ed amica che torna a casa dal lavoro, borsa alla mano, venirti incontro e sorridi.
E’ un momento che, almeno io, aspettavo da bambino.
Mi vede anche lui, sorride e mi saluta “Hi guy”, e io fiero che mi abbia riconosciuto ricambio sorridente con un italianissimo “Ciao Batman
E solo allora capisco di essere finalmente arrivato in America, di essere a New York.

4 commenti:

gaz ha detto...

'naggia, che invidia!
Ora mi voglio consolare un pochino e vado qui all'angolo a prendere almeno due o tre film che nomini, credo di averli visti quasi tutti, ma una rinfrescatina ci sta!
Magari con la fantasia, dietro all'angolo, qui nell'afa della pianura padana, incontro Superman.

Ciao Arzach :-)

arzach ha detto...

@ Gaz: In effetti Superman mi era sfuggito di mente. ed i fantastici quattro ? ne voglioma parlare? Ciao

gaz ha detto...

Sono quà, a disposiziò...
e l'uomo Ragno... ahn?
:D

arzach ha detto...

@ gaz: e perchè non citiamo allora Submariner e Iron Man? :-D