venerdì 25 settembre 2009

Lo vuoi un caffè? #095 - Deprivacy



Riflettevo oggi su questa recente e intensa passione per la privacy che attraversa un pò tutta la nostra società negli ultimi anni.
Oramai non c'è dirigente aziendale o donna delle pulizie che una volta sedutosi alla mia scrivania non citi la tutela della privacy come la panacea di tutti i mali o il punto di partenza per la richiesta di risarcimenti ovviamente miliardari.
Io personalmente per qual che riguarda la professione la vedo come una gran presa in giro.
Da anni, infatti, mi viene imposto con norme di legge e minaccia di feroci sanzioni di rendere il mio studio e i miei fascicoli a prova di spione, di sigillarli agli occhi indiscreti del mondo, come se normalmente invece pubblicassi i fatti dei miei clienti on line appena questi escono dal mio studio.
E quindi giù a mettere protezioni fisiche e logiche, a predisporre piani sicurezza degni di Fort Knox, inserire e inventare password sempre più complesse e difficili da ricordare, a installare firewall antimateria sui computer che filtrano anche le mail degli amici dopo averle lette e commentate per te e così via discorrendo.
Poi vengo qui in Tribunale e quotidianamente come se nulla fosse mi ritrovo con altre quindici venti/persone minimo ammassate davanti al giudice di turno a discutere dottamente in pubblico delle emorroidi del sig. G o della osteoporosi galoppante della sig.ra T. come se fossi a un the di dame vincenziane e non in udienza e, spesso, con il tuttologo di turno che si inserisce, a cazzo, nella discussione per farmi conoscere la sua non richiesta opinione.
Inoltre mentre discuto in aula nei corridoi custoditi in armadi perennemente o quasi aperti i fascicoli dei miei clienti sono alla mercè del primo che ci mette sopra le mani e se li legge o se li porta via.
Negli archivi, invece, di tanto in tanto capita di trovare praticanti cialtroni e avvocati disonesti che frugano nei tuoi fascicoli e in quelli degli altri alla ricerca di inspiazione a ai quali ironico, per non incazzarmi a bestia e dargli un tuzzo (* testata) nei denti come meriterebbero, ogni tanto capita di dover chiedere il fascicolo che stanno attentamente leggendo perche è il tuo e magari lo stai cercando da due ore.
Cjhe ne penso della privacy? Ma vaff….

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Mi avvalgo della mia facoltà di non rispondere” – replica l’altro

1 commento:

arzach ha detto...

@ pippi : beh mo ..non cominciamo a sfottere qua...