venerdì 13 novembre 2009

Lo vuoi un caffè? #108 - Cucchi e bacucchi

Bambina con un cucciolo
Photo by Dima Gavrisky


Stefano Cucchi è l’uomo fermato il 15 ottobre scorso per droga al Parco degli Acquedotti di Roma.
È morto all’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre scorso dopo essere passato per gli ambulatori del Tribunale, del carcere di Regina Coeli e dell'ospedale Fatebenefratelli senza avere mai la possibilità di essere visitato dai parenti.
Non è il primo caso di morte di un fermato mentre si trova nelle mani di chi lo deve custodire e non, sarà, temo l’ultimo.
La scivolosità delle scale di alcuni luoghi – caserme, prigioni – è grande come sosteneva, sottovoce, tempo addietro un collega penalista.
Lasciamo però che sia la Magistratura a fare chiarezza e giustizia su questa morte senza criminalizzare l’intero apparato delle forze di sicurezza in Italia.
Una risposta chiara su cosa è successo e di chi sono le responsabilità è doverosa e necessaria sia nei confronti di chi va di pattuglia con il serbatoio dell’auto quasi vuoto per mancanza di fondi e rischia la pelle sia per i cittadini per poter continuare ad avere fiducia nei “buoni”.
Sulla vicenda è intervenuto a gamba tesa, o a cazzo, se preferite, l’On. Giovanardi (PDL) a “24 Mattino”su Radio 24 il 09.11.2009 dicendo che: ''Stefano Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale - Poveretto e' morto, e la verità' verrà fuori, soprattutto perché pesava 42 chili'' e ancora ''La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente, poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato, certo bisogna vedere come i medici l'hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: e' la droga che li riduce cosi'
L’on. Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile oltre che, a suo dire, fervente cattolico, ha in questo caso dimostrato di avere capacità paranormali.
Infatti è stato in grado di 1) determinare, a distanza, la causa della morte di Cucchi – “la droga”; 2) attribuire, senza ombra di dubbio, la responsabilità allo stesso Cucchi – “era anoressico, tossicodipendente” 3) dequalificare e minimizzare questa morte - “era uno spacciatore abituale”.
Dopo le polemiche suscitate dalle sue frasi intervistato da Barbara Palombelli nel corso della trasmissione "28 minuti" su RadioDue, ha chiesto “scusa” ai famigliari del Cucchi contraddicendo se stesso e prendendosela con i medici: “Ci tengo a ribadire che è un fatto gravissimo, intollerabile, che per cinque giorni Stefano non sia stato curato, è entrato in ospedale che pesava 43 chili ed è uscito che ne pesava 36 chili, non è stato nutrito. E la famiglia ha ragione a chiedere il motivo per cui non è stata coinvolta. Perché non sono stati chiamati gli psicologi, perché i medici non lo hanno curato? Una persona così debole e fragile non è stata aiutata. Questa è la cosa più grave”.
Il mago Otelma avrebbe saputo fare di meglio.
Il miglior commento a questa vicenda è stato scritto da Francesco Merlo sul quotidiano “la Repubblica” in un editoriale dal titolo “Il cattolico feroce” che vi consiglio di leggere. http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/cronaca/morte-cucchi-2/cattolico-feroce/cattolico-feroce.html
Io aggiungo solo che memore di quello che insegnavano a noi, allora piccoli miscredenti, al catechismo dal titolo avrei tolto “cattolico”.

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Non alla cicuta spero" – lo interroga preoccupato l’altro

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