photo by arzach
“1981?” – l’archivista, testa calva, baffetto grigio e occhiali tondi, mi fissa stupito e con altrettanto stupore fissa il fascicolo che tiene tra le mani.
“Ma lei non è l’avvocato X?” – mi chiede dopo aver dato un'altra occhiata alla copertina del fascicolo istoriata di appunti e date di udienza come una pergamena medievale usata cento volte.
“Certo che no… All’epoca frequentavo ancora le medie!”- rispondo
“E l’avv. P ?” – mi chiede ancora non riuscendo a capacitarsi di quello che legge.
“E’ morto circa dieci anni fa" – rispondo lasciandolo ancora più interdetto.
Sono venuto in archivio a recuperare un fascicolo di una “antica” causa che si è chiusa, ma solo in primo grado, dopo quasi trenta anni, lo scorso mese.
Devo preparare un ricorso per il mio cliente per richiedere un risarcimento per la eccessiva lunghezza del processo utilizzando la legge Pinto e per prepararlo ho bisogno di fare un po’ di copie della documentazione e dei verbali di causa.
L’archivista, perplesso, mi consegna il fascicolo – un voluminoso ammasso di carte di varia epoca e colore del modico peso di circa dieci chili - e quindi ancorché onerato da tale peso - posso finalmente andare in copisteria.
All’ufficio copie l’impiegata sobbalza vedendomi entrare con la mia quintalata di carte; si tranquillizza solo quando le dico che provvedo da solo a fare tutto.
Sistemo il malloppo su di un tavolo e comincio a selezionare quello che mi serve, scavando tra le carte, tra strati di carta…
E’ un viaggio a ritroso nel tempo quello che faccio sfogliando la documentazione del fascicolo.
Luglio 1981. Ero in seconda media, adolescente in piena crisi puberale, brufoloso e con l’apparecchietto ai denti, appassionato di fantascienza e timidissimo.
Uuuhh…La carta carbone… Non ne vedevo un foglio da quando ero un bambino che frequentava le elementari e andavo a trovare mio padre nel suo ufficio e mi divertivo ad usare la sua monumentale macchina da scrivere – altro dinosauro tecnologico non più usato da quasi due decenni.
Ma guarda ...i fogli protocollo …erano almeno quindici anni che non ne vedevo...chi li usa più oggi?
19… Cosa facevo allora ..vediamo ah si!
Toh! Le stampanti ad aghi e il loro ronzio e i fogli a modulo continuo – siamo all’epoca in cui frequentavo l’Università ed ero incagliato nei meandri del diritto amministrativo, il mio ultimo esame.
19… Avevo appena cominciato la pratica ...che tempi!!!…e guarda guarda finchè non son diventato avvocato questi hanno fatto solo tre udienze…
20…L’anno della mia abilitazione… io a farmi un culo così e questi nemmeno un udienza hanno tenuto.
20… l’anno in cui ho messo su lo studio da solo …Come ?Solo un udienza. Si sono sprecati davvero…
Segue un rinvio di quattro anni, due udienze fino a tre anni fa…
Gli "anni zero" sono caratterizzati invece da un uso smodato del computer.
Carattere Times e Verdana rispettivamente per l’attore e per il convenuto, ampi inserti con il taglia e incolla di sentenze per il terzo convenuto.
E finalmente la sentenza a definire il primo grado e interlocutoria per quanto riguarda le spese.
Tranne quelle delle copie che ho appena terminato di fare.
Uno sproposito!!!
“Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
“Andiamo che ti racconto una storia…” – risponde l’altro
5 commenti:
@ pippi:..e perchè la colla "coccoina" nel barattolo di metallo? ne vogliamo parlare?
dopo quanti anni si può chiedere un risarcimento per le lungaggini di una causa?....Io ho una causa in corso da 18 anni.... dammi la risposta gratis però, anzi ti pago un caffè... eh eh
io invece sto ancora decidendo se farla o meno...se mi convinco ti assumo avvocato! E' uno spasso leggerti! Buon lavoro
Claudia
@ anna the nice: si puo fare se la tua causa e amcora in corso o non e terminata da piu di sei mesi. prezzi modici per i lettori di acabhnews :-) pero oltre al caffe almeno una torta delle tue mi devi fare :-)))) seguono istruzioni e informazioni piu serie e dettagliate per e mail
@claudia: al suo servizio e son contento che i fattarielli tribunalizi che racconto facciano sorridere:-) ciao a presto
Posta un commento