mercoledì 24 febbraio 2010

Lo vuoi un caffè? #140 - Red, Rusty e Crazy

Hearts and souls
photo di LJ
L’altro giorno mentre camminavo per strada mi son sentito chiamare “avvocato, avvocato
Mi son girato a vedere ed era lui il sig. G. uno dei miei primi e più folli clienti che mi veniva a salutare con il suo consueto e puzzolente affetto.
Lui me lo ricordo da quando frequentavo le elementari – io con il grembiule blu d’ordinanza e il colletto bianco di celluloide che faceva un male fottuto e lui sempre sbrindellato con le scarpe rotte e un sorriso timido in viso.
Per noi, con la cattiveria tipica dei bambini era “quello scemo”, beccandoci ramanzine tremende dai nostri genitori e dalla nostra maestra quando ci sentivano definirlo cosi
Un giorno è sparito e non lo abbiamo più visto, non l’ho più visto, per anni, per tanti anni poi …

Occupati tu di questo"– mi fa il capo porgendomi un fascicolo corposo
Di che si tratta?” – chiedo subodorando la fregatura
Niente una sciocchezza .. Sfruttamento della prostituzione e un paio di altre cose" – mi fa lui riduttivo come sempre già preso da altre cose facendomi con la mano il gesto di andare..
Mi avvio, il nome sul fascicolo non mi dice niente.
La segretaria nell’altra stanza mi accoglie facendosi aria con un fascicolo e sbuffando
E’ nell’altra stanza, quella in fondo… puzza come un maiale. Ho aperto la finestra” - mi annuncia.
Non una grande notizia dato che siano dicembre.
Quando entro lo saluto, l’aria è, eufemisticamente, un pò pesante nel vedermi ha una specie di guizzo e mi porge la mano sorridendo.
Ha un che di famigliare, ma la stanchezza della giornata e la scarsa presenza di ossigeno nella stanza malgrado la finestra aperta mi impediscono di ricordare.
Gonfio, una pancia enorme da bevitore di birra, i pantaloni con il cavallo che gli arriva alle ginocchia, un giubbino che ha visto (lontani) tempi migliori e un maglione dall’indefinibile colore che non credo sia stato mai lavato.
Lo sguardo allucinato, il sorriso timido di chi aspetta una soluzione ai suoi eterni problemi.
Che hai fatto hai capelli?” – chiedo per rompere il ghiaccio indicando la sua chioma sospettosamente e visibilmente rossa.
Ti piace avvocà?” – mi fa sorridendo compiaciuto del mio interesse passandosi la mano sulla testa purpurea. Chissà da quando nessuno gli chiede qualcosa.
Insomma. Ma chi te li ha fatti?"– gli faccio indicandogli di sedersi
Io avvocà, da solo” – mi risponde
Tu? E come hai fatto?” – chiedo sorpreso
Con l’antiruggine avvocà”- mi sorride contento e soddisfatto.
Con l’antiruggine!?!?!?” - sbotto
Si avvocà. Stanno bene eh? Alla moda” – mi spiega ondeggiando sorridente e compiaciuto su una sedia che la donna delle pulizie probabilmente dovrà buttare domani.
Solo allora lo riconosco sotto quelli strati di ciccia e di sporcizia.
Il sig. G, “quello scemo”.

Ho appuntamento con un cliente T, non c’è nessuno in studio e devo uscire un attimo. Se dovesse arrivare puoi dirgli di aspettare un attimo.” – imploro
T , impeccabile come sempre e oggi fasciata in un vestitino leopardato molto aderente per il quale tante volte l’ho presa in giro, ed una pettinatura anni cinquanta che starebbe bene a mia madre, anzi a mia nonna, se ne avessi una, e non ad una ragazza di nemmeno trenta anni mi dice di andare che tanto anche lei sta aspettando il capo e che non c’è nessun problema.
Un ora dopo quando rientro, il capo non è ancora arrivato ma il sig. G. è stato puntualissimo ed è arrivato dopo cinque minuti che ero uscito.
Lo trovo non in anticamera ma in segreteria, in piedi a fumare, tra il telefono e la scrivania alla quale è seduta T che lui fissa con occhio spiritato e concupiscente.
T è seduta rigida come un cadavere, con la destra impugna la spillatrice (quella piccola però) con la sinistra artiglia una copia del “il sole24ore” che finge di leggere al contrario controllando, terrorizzata, con la coda dell’occhio le mosse del sig. G.
G quando mi vede si scuote dalla sua estasi erotica e mi sorride e mentre lo indirizzo, stando ben attento a non toccarlo, nell’altra stanza comincia a commentare le grazie della collega.
L’avv. T, e son passati tanti anni, questa non me l’ha mai perdonata e me la ricorda ogni volta che ci incontriamo.
Ma ti giuro T non l’ho fatto con l’intenzione.

Una guazza fredda mi inumidisce la fronte.
G deve essere sentito dal giudice domani in tribunale e il capo ha già trovato il sistema di essere impegnato altrove scaricando il problema sulla scrivania del sottoscritto.
G siede davanti alla mia scrivania e mi guarda piuttosto interdetto in attesa che io gli dica qualcosa.
Rileggo il verbale dei carabinieri per l’ennesima volta immaginando la scena di domattina davanti al giudice quando la segretaria mi porta – meglio mi lancia sulla scrivania allontanodosi di corsa con la faccia schifata - un ulteriore fascicolo relativo ad un'altra vicenda della quale G è protagonista.
Dalla documentazione che il papello contiene emerge che il G è il titolare di una serie di società misteriosamente fallite negli ultimi tempi.
Qualche stronzo in colletto bianco di quelli tutta macchinona, occhiali da sole, chiacchiere al bar sulla triade - disco figa e pallone - e intrallazzi con commercialisti compiacenti lo ha utilizzato come prestanome per le sue porcate approfittando dell’evidente stato di incapacità mentale di G.
G ma tu sai scrivere?” – gli chiedo cooscendo già la risposta.
Lui annaspa e ondeggia mentre cerca le parole per rispondere.
Cioè avvocà…non è che so scrivere bene … la firma solo so fare” - mi dice infine quasi scusandosi
Come volevasi dimostrare
Gli stronzi, a volte, mica sono quelli che puzzano di più.

Per la cronaca G. alla fine venne interdetto.
Come viva oggi non so.
Ogni tanto lo si vede in giro, perso dietro a Dio solo sa quali pensieri, confuso, sempre a fumare e abbandonato da tutti e puzzolente come un sacco di immondizia.
Mi riesce difficile pensare che sotto quegli stati di sporcizia ci sia ancora “quello scemo” di quando eravamo piccoli.

Lo vuoi un caffè?” – chiede quello
Si cosi rimango sveglio pure stanotte” – risponde l’altro ironicamente indicando le borse sotto gli occhi

4 commenti:

Chapa ha detto...

Great portrait!

annathenice ha detto...

bravo. E' veramente bellissimo....
Anna

arzach ha detto...

@annathe nice:dopo una giornata come quella dioggi...

Claudia ha detto...

sei bravissimo a rendere palpabili certi stati d'animo e atmosfere..anche quando sono amare