La temperatura interna dell'aula sfiora i 50°.
La quantità di ossigeno presente, invece, nell'aria diminuisce a vista d'occhio.
La densità di popolazione forense e affine presente è pari a quello di un affollato quartiere di Calcutta.
Le dimensioni dell'aula non sono tali da poter essere considerate olimpioniche e non consentono un ricambio dell'aria costante.
Anzi non consentono proprio il ricambio.
Il giudice chiama la mia causa e devo agitarmi dietro un muro umano che si frappone tra me e il mio fascicolo per farmi notare.
Ed in effetti il Giudice non mi vede e richiama la mia causa una seconda volta.
Mi faccio largo a spintoni attraverso un muro umano di bovina indolenza e semiasfissiata umanità.
"Mi perdoni giudice ma come vede ci sono problemi a raggiungere la sua cattedra oggi"
Il giudice si guarda intorno e sorride amaro.
Ha gli occhi cerchiati di stanchezza
"E non solo oggi avvocato"- mi risponde.
"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
" A che temperatura?" - si informa prudente l'altro
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