mercoledì 24 marzo 2010

Lo vuoi un caffè? #153 - Femmes Fatal & Hommes Babbiòn

Pillow
photo by Sapo Essay


"Il mondo è delle donne, a noi uomini è solo dato usarlo a caro prezzo "
Anonimo molto saggio

La collega si aggira in aula attirando su di se lo sguardo, piuttosto allupato invero, del suo contraddittore.
Il collega, infatti, è gentile con lei come non mai e, soprattutto come mai con nessuno da almeno dieci anni a questa parte.
U. che mi indica questa scenetta mi dice che secondo lui il collega,parltro di una certa età, è completamente babbiato dalla vista della sua avversaria.
Lei - capello lungo con frangettona dalla quale sbucano due labbroni rosso fuoco che promettono meraviglie, pantaloni attillati ad incorniciare un sedere che U. non esita a definire "a mandolino", il tutto montato su tacchi a spillo - fa, bisogna ammmettere, la sua figura.
In particolare quello che sembra colpire il collega è l'effetto visual poush up della giacchina attillata, due taglie più piccole del necessario indossata dalla collega, chiusa sul davanti con due ganci volutamente striminziti e in sofferente tensione che le esaltano il volume del seno sul quale i suoi occhietti miopi sembrano ritrovare l'antica e perduta luce.

"Ti aiuto io collega"- si propone affabile e piacione l'avv. M alla bella collega in difficoltà con la pila dei fascicoli da sottoporre al giudice.
Per prassi, dato il numero elevato di pratiche da discutere per singola udienza, si tende al fine di evitare confusione a disporre in ordine cronologico i fascicoli da trattare in una o più pile sulla cattedra del giudice in attesa che vengano chiamate per la discussione.
"Grazie devo controllare solo una cosa nel mio verbale " - gli sorride lei sbattendo le palpebre grata.
M. sorride a sua volta e senza indugio e, sopratutto senza valutare il peso della massa documentale, solleva l'enorme pila di fascicoli.
La collega sfila il suo fascicolo che - per inciso - è solo l'ultimo di cinquanta e passa pezzi e comincia a compulsarlo discutendo fittamente sul da farsi con la sua collega di studio.
Il sorriso di M., dato il peso e il precario equilibrio della massa cartacea sollevata, si trasforma quasi subito in una smorfia sofferente ma lui, impavido come solo i veri uomini, resiste.
Dopo alcuni, lunghi, minuti la collega termina il suo esame e infila nuovamente il suo fascicolo al suo posto nella pila, sorride un "grazie" all'impavido M e si allontana.
M., finalmente liberato del peso di dimostrare la propria maschia virilità, può finalmente accasciarsi sul banco del giudice sudaticcio e sbuffante.
"Non hai più il fisico per fare il gallo M." - gli ricorda divertita la collega A. dandogli una affettuosa pacca sulla spalla.

La collega percorre tichettando il corridoio della banca.
Impugna nella destra una minuscola Louis Vuitton - oramai le riconosco a cento metri di distanza - ed ha un fascicolo sotto il braccio.
Gli sguardi delle femminucce presenti sono irresistibilmente attratti dalla suddetta borsetta -immediatamente e sottovoce e invidiosamente e malignamente commentata e comparata e con le proprie e/o con quelle dei propri sogni e delle altre ignare colleghe presenti.
Gli sguardi dei maschietti, invece, planano ipnotizzati sul culo della suddetta inguainato in un attillatissimo jeans modello seconda pelle.
Quanto siamo babbioni noi omini, o ominidi fate voi, lo si può intuire dal numero di bocche spalancate e di mascelle pendule che accompagnano il suo passaggio.
"Modò.." - è l'unico sintetico commento del collega U, ad esempio, prima che la sua bocca cessi di articolare alcun suono.

Il collega V è un uomo pò misogino.
Diciamo pure una specie di orso scontroso e ringhiante.
L'unica che riesce a scuoterlo è l'avv. T.
Sfoderando un semplice sorriso T riesce a trasformare V nel ragazzino che non è forse mai stato e ad ottenere sempre quello che vuole e che le serve
Rinvi all'anno 3012, eccezioni insistenti, rimessioni a ruolo, tutto insomma...
Il socio di V. è disperato per questo

"Lo vuoi un caffè? "- chiede sornione quello.
"Se viene anche il tuo amico si" - risponde l'altra spezzando i suoi sogni

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