giovedì 20 ottobre 2011

Lo vuoi un caffè? # 265 - Giustizia privata

Natura - molto - morta
foto di arzach

Nei telefilm americani c’è spesso qualcuno che si fa giustizia da sé.
Una giustizia privata che non tiene conto di procedure farraginose e della burocrazia vista come il nemico numero uno.
Insomma una giustizia che se ne fotte dello stato di diritto – che spesso a suon di bombe pretendiamo di andare ad insegnare ad altri popoli insieme alla “democrazia” – e che, invece, rispolvera la Colt e fa sfracelli pur di spaccare il culo al ridanciano ed arrogante cattivo di turno.
L’eroe di questi massacri di giustizia è, il più delle volte un cittadino comune umiliato dal sistema, ma spesso il protagonista è un poliziotto onesto frustrato nel suo desiderio di ottenere giustizia da tribunali burocratizzati e avvocati dipinti - aimè! - come avvoltoi.
Nel nostro paese, invece, il concetto di giustizia privata assume connotati meno sanguinari – per fortuna! – e, assume tratti - come dire? - più economicisti.
A questo pensavo nell’ufficio della Polizia giudiziaria del Tribunale dove mi trovavo qualche giorno fa insieme al collega per una rimessione di querela ascoltando il pacato, ma non per questo meno rassegnato, sfogo del nostro interlocutore in divisa.
Una stampante per dieci computer, fotocopiatori guasti o in attesa di essere ritirati dalle ditte fornitrici per scadenza dei contratti non rinnovati, materiale di cancelleria utilizzato con il contagocce perché non si sa quando e se arriverà la prossima fornitura; mobili acquistati a spese degli operatori; computer portati da casa o recuperati tra il materiale dismesso da altri uffici, uno scaricabarile continuo e in parte forzato dalla mancanza di fondi per quanto riguarda le competenze …
Un quadro desolante e preoccupante dello stato della giustizia fatto da un interno in divisa a ridosso degli scontri di Roma e delle polemiche sull’ordine pubblico e della clamorosa manifestazione della Polizia di Stato che ha chiesto ai cittadini, provocatoriamente, di contribuire di tasca propria per acquistare la benzina per i propri mezzi e a pochi mesi da un comunicato – scioccante! - di un sindacato di polizia nel quale si minacciava di andare in Parlamento a sparare i lacrimogeni scaduti che le forze dell’ordine hanno in dotazione contro i parlamentari.
Un quadro reso ancora più desolante dai provvedimenti di un Governo di destra che ha tagliato, e continua a tagliare, i fondi alle forze dell’ordine - leggo che negli ultimi tre anni il comparto della sicurezza si è visto ridurre i fondi di circa tre miliardi di euro! – e, contemporaneamente, pretende di ergersi a difensore della legalità; da un Ministro degli Interni, l’on Maroni, - un secessionista diciamolo chiaramente una volta e per tutte! – che predica il ricorso a nuove e più dure leggi contro le manifestazioni di piazza – perché è noto che se uno va in piazza a manifestare è solo per questo un pericoloso sovversivo! peggio un "comunista"! - spalleggiato da esponenti di una fantasmatica opposizione che perde preziose occasioni per tacere…
Mi riferisco all’on. Di Pietro e la sua proposta di fare una nuova legge Reale che è, francamente, da vomitare perchè si dimostra ancora una volta, oltre ad uno spaventoso vuoto di idee a "sinistra", che l’unica cosa che conta per tutti non è affrontare i problemi reali ma rincorrere gli umori più bassi e viscerali della piazza, della ggente…il tutto mentre la “casta” politica e non continua a vivere su un altro pianeta elargendo soldi e privilegi e cariche ad amici e parenti in cambio di sostegno ad un cadavere di governo, ricorrendo alla Corte Costituzionale, lo ha fatto la giunta regionale ligure – centrosinistra! - contro la limitazione delle cilindrate delle auto blu a “soli” 1600 cc o regalandosi come la Regione Lombardia – centrodestra! - un eliporto di sevizio monumentale e costosissimo mentre non si sa come riparare e/o sostituire i mezzi danneggiati e distrutti negli scontri di Roma …
Mentre firmiamo i documenti e il nostro gentilissimo interlocutore si alza per andare a prendere alcune stampe dalla macchinetta posta dall’altra parte dell’ufficio, rifletto sul fatto che se domani questo signore viene trasferito per un qualche motivo, si porta dietro tutto l’ufficio dato che è tutta roba sua…
Rabbrividisco al pensiero delle conseguenze anche se non fa freddo.


Lo vuoi un caffè? “ – chiede quello.
No grazie sono già abbastanza nervoso di mio” – risponde l’altro.

2 commenti:

Emanuela ha detto...

mamma mia, arzach, ma la storia della giunta ligure e' vera o te la sei inventata? non ho parole per commentare quello che hai scritto. grazie per scriverlo.

arzach ha detto...

@ pippi: grazie :-)
@ emanuela: tutto vero . la storia della giunta ligure , quella dell'eliporto in lombardia ed altre chicche erano su un articolo del corrire delle sera di ieri 20.10.2011