giovedì 27 febbraio 2014

Lo vuoi un caffè? # 389 - Le vite degli altri



La signora X, bianca come un lenzuolo appena lavato, non ha perso in tutti questi anni la sua innata abitudine di lamentarsi continuamente mentre le spiego le evoluzioni delle sue cause. 
So che lo fa a titolo preventivo perchè quando arriverà il momento di discutere gli onorari si sarà precostituita le sue prove e mercanteggerà come al solito.
Il marito, invece, in questi ultimi tempi ha avuto non pochi problemi di salute e adesso siede gonfio di cortisone e dignitoso come suo solito accanto alla petulante e lamentosa moglie.

Il figlio della signora Y ha compiuto dieci anni.
La madre, orgogliosa mi mostra le foto che gli ha scattato durante la festicciola con i suoi amichetti che ha sul cellulare. 
E' molto cresciuto dalla prima volta che madre e figlio son venuti qui in studio.
Frequenta le elementari, è socievole anche se non vuole mangiare la pasta con il sugo e fa i capricci la sera quando deve andare a dormire.
Non che incidano sull'andamento della causa queste informazioni ma la signora ci tiene a farmele conoscere lo stesso.

Il sig. T, piccolo imprenditore, mi racconta dell'eldorado bulgaro nel quale ha trasferito da alcuni anni la sua azienda e mi suggerisce alcune operazioni fiscali di dubbia liceità perche "di lei avvocato io mi fido e so che mi capisce".
E poi mi parla della sua passione per i balli latinoamericani muovendosi tra stili, generi e musiche con una disinvoltura superiore a quella con la quale si muove nei meandri del fisco italiano.

Il si. G., invece, mi racconta a margine della nostra discussione sulla causa di lavoro che gli seguo della riscoperta della fede e del suo pellegrinaggio a Medugorje con una serenità e una semplicità che mette un pò in difficoltà il miscredente che alberga in me.

Il collega H mi racconta del lavoro che è sempre più difficile e delle sue difficoltà attuali con la moglie che però vorrebbe risolvere ma che non sa come fare perchè non la capisce. 
Ha uno sguardo perso quando mi parla dei suoi problemi personali che contrasta con l'atteggiamento sprezzante verso tutti che esibisce in udienza.

Il signor L, forzaitaliota della prima ora - "Silvio per me è un Dio, avvocato" - ogni volta che viene in studio mi parla male alternativamente dell'INPS, che non gli vuol dare la pensione e dei giudici "che son tutti di sinistra" e cerca di catechizzarmi sapendo come la penso facendomi lunghi monologhi, molto divertenti peraltro, che hanno ad oggetto la sua personale interpretazione del libero mercato.
Non lo interrompo e lo lascio parlare perchè mi diverte notare come il suo concetto di libero mercato sia molto simile all'applicazione di un piano quinquennale di sovietica memoria.

La mia non è solo una scrivania è una finestra aperta sulle vite degli altri.

"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello
"Sai dove lo fanno con le cialde qui intorno ?" - si informa l'altro prima di accettare

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