mercoledì 10 ottobre 2018

Lo vuoi un caffè? #436-Loving The Alien

 

 Modella Heidi Nerito
 Fotografo: Raniero Pomponi
 Foto tratta da Facebook

Conosco la mia collega A da almeno 10 anni e posso dire, senza paura di essere smentito, che in tutto questo tempo non è cambiata di un grammo: magra era e magra è rimasta.
Magra ma di quella magrezza che da un lato porta alcune colleghe a solidarizzare con lei pensando che questa sua condizione fisica sia frutto di un qualche malanno misterioso e incurabile e dall’altro le garantisce l’invidia, imperitura e feroce, di tutte le altre che per mantenere il fisico che avevano quando si sono laureate si ammazzano in palestra mesi e mesi durante l’inverno per poi sfoggiare delle mise, alquanto improbabili, non appena il sole fa capolino tra le nubi.
A, invece, non si cura affatto di questa divisione partigiana, feroce come feroce possono essere solo delle avvocatesse che parlano, male, di una collega, e va avanti per la sua strada; anzi sarebbero sorprese di sapere della sua insana passione per il cibo spazzatura, che le permette di osare accostamenti gastronomici che a noi comuni mortali sono vietati per legge o da violenti attacchi di dissenteria o da arcaici divieti religiosi.
Se lo sapessero credo che il tribunale sarebbe attraversato da un’ondata di infarti e di malori mentre gli studi degli psicologi e degli psicanalisti si riempirebbero come non mai.
L’altro giorno è venuta a trovarmi in studio e discutendo del più e del meno siamo arrivati a parlare, come al solito, di cibo.
Ha esordito schernendosi dicendo che non ha mangiato assolutamente nulla, solo una “cosina” a casa della mamma, sono a dieta. “
Ora pensare che una collega come A si metta a dieta pesando solo un paio di chili, montatura degli occhiali e capelli compresi, è come pensare ad un cannibale che rifiuta il filetto del missionario appena arrostito.
“E quindi?” chiedo.
“E quindi ieri sera nel frigo non avevo nulla e allora sono uscita e sono andata a prendermi un panino dal camioncino vicino casa. Avevo fame e allora mi son presa un panino con hamburger, cotto come dico io, sul quale ho fatto mettere della pancetta arrostita, anche se volevo del lardo ma non lo avevano. Poi sulla pancetta ho fatto mettere dei carciofini sott’olio con delle cipolline sott’aceto e poi ho fatto mettere un po' di quelle salsine che mi piacciono tanto- ketchup, maionese-. Buonissimo.”
“E basta così?” le chiedo ironicamente immaginandola alle prese con questa chilata di ben di Dio tra le mani.
“Noooooooo… Poi avevo voglia di qualcosa di dolce e sono andata in pasticceria a prendermi due code di rospo con la nutella, la crema chantilly e la granella, a strati come piace a me.”
La guardo sinceramente ammirato pensando al fatto che ci sono milioni di persone che soffrono ingiustamente di diabete ed altre malattie del metabolismo.
Poi la guardo meglio e, temendo di diventare il suo prossimo pasto, la distraggo con argomenti futili mentre cerco di capire come contattare l’esorcista della chiesa qui all’angolo.
“Esci da questo corpo, maledetto ET!”

“Lo vuoi un caffè?” – chiede quello.
“Magari con del bicarbonato” – risponde l’altro.

1 commento:

annathenice ha detto...

E lo dici a me che sono a dieta tremenda, causa colesterolo, glicemia e trigliceridi alti? E non dire come dicono tutti ‘eh si una foodblogger prima cucina e poi mangiaaaa’
Già rosico un po’ per questa tua collega....