mercoledì 7 novembre 2018

Lo vuoi un caffè? #438-Daddy go home!



Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che siano passati già oltre tre anni e che la farfallina che svolazza per casa lanciando gridolini di gioia e dispensando sorrisi mozzafiato sia mia figlia.
Di quella specie di erode, di bolscevico mangiabambini che ero prima non è rimasto praticamente più nulla.
E pensare che quando l’ho vista la prima volta, nella stanza dell’ospedale illuminata dalla gioia della mamma, come tutti i padri, pensavo di vedere un roseo e paffuto puttino. Invece mi sono trovato di fronte un esserino piccolissimo, tutto rosso, tutto grinzoso, stremato dalla fatica del nascere, con una ruga che gli attraversava la fronte come una cicatrice e un occhio aperto puntato sul sottoscritto che sembrava chiedersi: “Ma tu chi cazzo sei?”.
Un po’ deluso ho pensato- come tutti i padri- in questo momento così importante: ”Che brutta!”.
Invece la pupa è diventata uno splendore come un bruco che si trasforma in una bellissima farfalla sotto i nostri occhi.
E io ho cominciato ad avere – come tutti i padri - le mie crisi di gelosia e a vedermi - come tutti i padri -seduto sulla veranda di casa, con un fucile caricato a pallettoni sulle ginocchia, aspettare i suoi pretendenti.
I  suoi brufolosi pretendenti…
E’ molto meno faticoso avere che fare con i clienti tutti i giorni piuttosto che fare il padre; anche se vuoi mettere la soddisfazione di terrorizzare tutti quei ragazzini che già adesso -all’asilo- le girano intorno, anzi le ronzano intorno come dei calabroni.
Son troppo intraprendenti sti ragazzini rispetto al passato o forse sono io che alla loro età ero un po' bietolone?
Ne ho parlato con la collega E qualche giorno fa e, come tutti i padri, ho avuto l’ennesima dimostrazione della naturale superiorità delle donne lavoratrici, impegnate quando la collega, pratica, ha posto fine alle mie preoccupazioni rispondendo testualmente: “io mia figlia del l’ho già iscritta ad un corso di karate. Così quando diventa grande provvederà da sola a fare la selezione dei pretendenti senza bisogno del nostro aiuto”.

 “Lo vuoi un caffè?” - chiede quello.
“ Banzai!”-Risponde l’altro sferrando un colpo sul balcone col taglio della mano.

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