Questa benedetta pandemia che dura da ormai da oltre un anno ha innegabilmente dato una grande accelerazione alla informatizzazione della nostra società.
Ovunque si ci guardi intorno è tutto un fiorire di app per comunicare a distanza, software sempre più complicati per fare sempre più cose direttamente dalla propria scrivania senza uscire di casa, servizi logistici sempre più raffinati e completi per far arrivare o per inviare ovunque qualsiasi cosa - cibo, documenti, prodotti di ogni genere, ecc. ecc.…
Anche nel mondo della giustizia questa infrastruttura tecnologica diviene di giorno in giorno sempre più evidente erodendo certezze e modificando abitudini consolidate.
"Non è male questa cosa" - afferma con convinzione il collega X parlando di quello che sta accadendo "Se ci pensi nella procedura ci sono un sacco di tempi morti e la tecnologia ci aiuta ad economizzare il nostro tempo, ci evita di andare in Tribunale appositamente per depositare un fascicolo, di perdere un'intera mattinata in aula per un semplice giuramento di un c.t.u. Anche i costi di gestione dello studio si riducono in conseguenza perché non c'è più l'esigenza di essere ovunque persona".
Un'ombra, un pensiero improvviso gli attraversa il volto, rabbuiandolo.
"In Tribunale non c'è più nessuno, è vuoto" - realizza infine.
"Non c'è più nessuno con il quale prendere un caffè, fare due chiacchiere, commentare le gambe della collega… E tutto molto triste" - conclude.
"Lo vuoi un caffè?" - chiede quello.
"Ma qui non c'è nessuno. Con chi lo beviamo?" - chiede a sua volta l'altro
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