venerdì 17 maggio 2019
Lo vuoi un caffè? #447 - No Bra Club
No Bra Club
foto di Joakim Karissom
tratta da Flickr
G. è un avvocato molto bravo. Preciso, attento,
pignolo, puntiglioso se necessario, gentile e affabile con i clienti.
Insomma non gli mancherebbe nulla per essere
uno dei principi del foro. Se non fosse per un suo piccolo "difetto": le donne.
Non è in grado di resistere ad uno sguardo
ammaliante rivoltogli da un essere di sesso femminile, moderatamente attraente,
di età compresa tra i 18 e i 65 anni.
Quando ciò accade - e accade molto spesso - in
lui scatta qualcosa che gli annebbia il cervello e contribuisce a fargli
accettare casi, oltre che discutibili, anche molto complicati.
Questi suoi "rapimenti" fanno sì che si rivolga, non appena ne abbia
l'occasione ad un qualunque collega gli si pari davanti per avere consiglio.
Come se non bastasse è anche logorroico, anzi
molto logorroico. Per cui le sue domande sono precedute sempre dalla
puntigliosa, lunghissima, intricata, incasinata narrazione del problema che già
di per sé è un caos pazzesco.
Per cui quando, come a me l'altro giorno, ti
blocca per chiederti "consiglio"
non resta che farsi il segno della croce, allacciare le cinture di sicurezza, e
sperare che tutto finisca presto.
La cliente, questa volta una piacente
quarantenne, bionda, fisico tonico stando alla foto di ordinanza che G si è immediatamente per procurato su Facebook e che non manca di mostrarmi - ha
acquistato due anni addietro un immobile all'asta, stipulando un mutuo
ventennale con la banca per procurarsi la disponibilità economica necessaria.
L'idea era quella di ristrutturare l'immobile per andarci poi a vivere con il
suo fidanzato - che per inciso, a quanto pare, l'ha piantata in asso dopo un
fidanzamento ultradecennale per mettersi con l'amica.
La tipa si è resa presto conto di aver
sbagliato i suoi calcoli e che i soldi non sarebbero stati mai sufficienti per completare i lavori.
Per risolvere questa situazione ha deciso di
vendere l'immobile trovando sulla sua strada – quando si dice la fortuna - un
compratore, un autentico stronzo, squattrinato, insomma un imbroglione – che, evidentemente,
l’ha ammaliata con il suo savoir-faire convincendola a stipulare un contratto
di vendita nel quale il possesso dell'immobile era immediatamente trasferito al
compratore, mentre il contratto definitivo veniva rinviato a sine die. Dopo
aver pagato per un paio di mesi regolarmente le rate, così come concordato, il
tipo le ha detto di essere stato licenziato e di avere grossi problemi
economici.
Il tipo, però, oltre il problema aveva anche la
soluzione e cioè avrebbe affittato l'immobile ad una sua conoscente che pagando
la pigione avrebbe consentito alla nostra bionda di pagare il mutuo.
Sistemata la cosa il tipo si è reso subito irreperibile.
All'indirizzo riportato nell'atto di
compravendita non risulta nessuno con quel nome, la conduttrice dell'immobile
ha cominciato a pagare in maniera irregolare l'affitto e l'amichetta del mio
collega si è trovata davvero nei guai avendo, nel frattempo, perso anch'essa il
lavoro.
A questo punto è andata in studio da G, su
consiglio di una sua amica già cliente del nostro, per prospettargli il caso e cercare una soluzione - in studio, per inciso, la bionda si è presentata
indossando una camicetta, molto striminzita, sbottonata fino al terzo bottone,
che lasciava intravedere tutto il ben di Dio di cui madre natura ha provveduto
a dotarla.
Dopo una lunga consultazione - durante la quale
lo sguardo di G. non si è mai staccato dalla scollatura della tipa - il collega
G ha deciso, com’era prevedibile, di accettare l'incarico. Dimenticandosi, peraltro,
di chiedere anche il canonico anticipo.
Dopo una lunga serie di infruttuosi tentativi
per recuperare il credito, G ha provato anche ad ottenere una sentenza di
adempimento, che il giudice gli ha pure concessa, ma non avendo il compratore
nulla da perdere il mio collega si è ritrovato al punto di partenza con un
pugno di mosche in mano.
A questo punto la biondina è ritornata in
studio del G, con le lacrime agli occhi, chiedendogli aiuto. G, in difficoltà,
e non sapendo più cosa fare ha pensato bene di chiederlo al primo fesso
incontrato per strada.
Cioè io.
Dopo aver ascoltato tutta la storia ho
riflettuto un po' prima di rispondergli.
Devo confessare che più che suggerirgli di
andare da un buon esorcista non ho saputo.
"Lo
vuoi un caffè?"
- chiede quello.
"Valle
retro caffeina"
- risponde l'altro
Pubblicato da
arzach
alle
venerdì, maggio 17, 2019
Etichette: avvocati, caffe, diritto, Iphone, italy, photographers, photos, portraits, resitanbul, ritratti, tribunale, turchia
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