sabato 10 ottobre 2020

Lo vuoi un caffè? #474 -Eventi particolari non autorizzati



Una delle domande alle quali è più difficile rispondere quando si fa questo mestiere è quella che prima o poi, inevitabilmente, ti rivolgerà qualcuno dei tuoi clienti: “Quanto tempo durerà la causa?”. Una domanda alla quale sarebbe anche facile rispondere compulsando un codice di procedura se non fosse che tra la teoria e la realtà c’è di mezzo ben più del canonico mare. “Se qualcosa può andar male lo farà” -come recita la nota legge. Sono tanti, infatti, gli ostacoli che si frappongono tra l’inizio e la fine di un procedimento giudiziario e che fanno sì che la risposta alla domanda sulla durata possibile di una causa somigli più ad una profezia che una vera e propria risposta. Tra vacanze del giudice, eccessivo carico di lavoro dell’ufficio, problemi nella rete dei computer ecc. ecc. gestire una causa è un po’ come pretendere di giocare alla roulette russa senza che nessuno ci rimanga secco. Quando questa mattina aprendo la posta elettronica ho trovato un messaggio con oggetto: “Eventi particolari” con il quale mi si comunicava l’anticipo dell’udienza di una mia causa già fissata per l’autunno del prossimo anno sono rimasto a dir poco sbalordito ma anche molto preoccupato. È la seconda volta che mi capita nel giro di pochi giorni. Solo la settimana scorsa mi era stata comunicata l’anticipazione di un’altra udienza. E subito dopo c’è stata l’alluvione nel Nord Italia. Non so cosa potrà capitare oggi… Una glaciazione improvvisa? L’estinzione di massa dei leghisti? L’apparizione fuori dal mio studio di una folla di clienti desiderosa di pagare i miei onorari?

 

“Lo vuoi un caffè?” - Chiede quello.

“No grazie, ho provveduto già ieri” - risponde l’altro

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