giovedì 4 luglio 2019
Lo vuoi un caffe? # 451 - Rickete, RACKETE, Ra,,,
Carola Rackete
Confesso di non essermi accorto di quanto grave fosse la
crisi di questo paese fino al momento in cui tutti, la famosa gggente, hanno
cominciato a dissertare, a discutere ad esprimere pareri, perlopiù non
richiesti, su complicate questioni riguardanti il diritto marittimo, il diritto
internazionale e il diritto costituzionale.
In particolare ciò è
avvenuto nelle ultime settimane in occasione della figuraccia fatta fare al
nostro paese dal un sedicente Ministro degli interni, riguardo alla
vicenda della nave “Sea Wacth
Sono rimasto molto
colpito, in particolare, dal fatto che tanti colleghi si sono accodati al coro
delle puttanate, accalorandosi oltre misura, e dal fatto che abbiano contribuito,
così facendo, ad alimentare un chiacchiericcio inutile, sconclusionato, fuori
luogo, buono solo a dare aria a corde vocali e a neuroni evidentemente
inutilizzati da tempo.
Mi sono chiesto anche
leggendo alcuni commenti dove fossero alcuni questi miei “colleghi” quando
all’Università spiegavano la gerarchia delle fonti, le esimenti le aggravanti,
il principio di responsabilità personale e tanti altri elementi fondamentali,
basi del diritto, la cui conoscenza è alla base della professione.
Voglio sperare fossero andati a prendere un
caffè al bar e a far la corte alla cassiera bona.
Quello che mi fa specie
il fatto che questi soggetti, scrivendo le loro idiozie e le tante inesattezze
con le quali si sono riempiti la bocca, hanno dimostrato, non solo, di non aver
studiato la lezione che si sono persi ai tempi, ma anche di non aver neanche
avuto il buon gusto e la curiosità di aprire un libro sull’argomento, per farsi
un’idea prima di mettersi a esprimere pareri - meglio sarebbe dire cazzate -di
grande spessore giuridico e culturale sui social, pareri che mi sarei aspettato
più di sentir esprimere dal barista che a suo tempo serviva il caffè.
Anzi no… Che dico? Chiedo
scusa ai baristi perché per fare il barista ci vuole competenza, bisogna conoscere
le materie prime, le macchine per fare il caffè, la giusta tostatura della polvere,
i trucchi del mestiere. Altrimenti il caffè viene uno schifo.
Insomma, anche per quelli
che sono considerati dei lavori “umili”, ci vuole competenza, conoscenza, esperienza,
abilità.
Qui, invece, che son
tutti intellettuali, laureati addirittura, tutti fini giuristi sembra che si possa parlare di tutto praticamente a cazzo, pur di dire qualcosa, di affermare la
propria presenza in questo mondo che altrimenti passerebbe inosservata,
giustamente inosservata.
Si dice l’Italia sia la patria del diritto ma
non quello di cui discettano certi personaggi, quello del codice di Hannurabi,
diventato il riferimento ineludibile di qualunque discussione, il faro dei
cazzari.
Forse sarebbe il caso di
fare una sorta di “tagliando” a tutti quei giuristi da tastiera che in questi
ultimi giorni ci stanno ammorbando su Internet, e non solo, con i loro commenti.
Non si può più aprire un
social, non si può accedere ad Internet, non dico poi leggere un quotidiano o
guardare una trasmissione in tv senza trovarsi di fronte qualcuno pronto a dire
la sua senza neanche sapere di che cosa stia parlando. Mi riferisco, per par
condicio, anche a coloro che acriticamente sposano questa o quella tesi per
partito preso pur di andare a quel posto all’avversario, così a prescindere.
Bisogna anche dire che avere un bulletto adolescente con gli ormoni disordine e amante dei selfie,
come Ministro degli Interni non aiuta certo
Dato l’esempio che viene offerto del resto cosa
potremmo aspettarci?
“Lo vuoi un caffè?” -
Chiede quello
“Solo se dimostri di aver
studiato” - risponde l’altro
Pubblicato da arzach alle giovedì, luglio 04, 2019
Etichette: avvocati, caffe, diritto, Iphone, italy, photographers, photos, portraits, resitanbul, ritratti, tribunale, turchia
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